Alla fine degli Ottanta mi è capitato di frequentare Domenico Rea a Napoli, dove lavoravo. Una sera – forse nel 1988 o 1989 – gli chiesi se pensava di scrivere un nuovo romanzo, lui con un gesto rapido, nervoso, si avvicinò alla libreria e prese La novella degli scacchi di Stefan Zweig, esclamando che dopo quel racconto non si poteva scrivere altro. Ovviamente per fortuna mentiva: nel 1992 scrisse Ninfa plebea che vinse, a pieno titolo, il Premio Strega nel 1993; morì pochi mesi dopo, nel gennaio del 1994.